Alla scoperta della Riviera dei Cedri: un tesoro nascosto in Calabria

(foto generata con Microsoft Bing e soggetta a copyright)

Viaggiare tra profumi e colori di un litorale da sogno

Nel cuore pulsante del Mediterraneo sorge una terra baciata dal sole, l’ambita da acque cristalline e avvolta da un profumo inebriante: è la Riviera dei Cedri, perla preziosa della Calabria, che attende paziente di essere scoperta da viaggiatori in cerca di autenticità e bellezze naturali.

Un viaggio tra storia e natura incontaminata

La Riviera dei Cedri si estende lungo la costa tirrenica della Calabria, nel tratto compreso tra Tortora e Paola. Il suo nome evocativo trae origine dai lussureggianti cedri che crescono abbondanti in quest’ area, frutti pregiati che sono diventati simbolo di questa terra fertile e selvaggia.

Ogni angolo di questo tratto di litorale racchiude una storia da raccontare, dalle rovine di antiche civiltà che si fondono con il paesaggio a piccoli borghi pittoreschi dove il tempo sembra essersi fermato. Scavi archeologici, torri costiere, e chiese bizantine sono solo alcune delle testimonianze storiche che rendono la Riviera dei Cedri un luogo dove cultura e tradizione si incontrano.

Mare, spiagge e panorami mozzafiato

Le spiagge della Riviera dei Cedri sono un paradiso per gli amanti del mare. Sabbia dorata, ghiaia fine e insenature rocciose si alternano in un caleidoscopio di scenari balneari. Il mare trasparente e di un azzurro intenso, invita a tuffarsi e a esplorare i suoi fondali, rifugio di biodiversità marina.

Da non perdere la spiaggia di Diamante, famosa per i suoi murales che decorano le pareti del borgo, o quella di Praia a Mare, con la suggestiva isola di Dino e le sue grotte marine.

Per chi desidera un’ esperienza più riservata, le calette nascoste di San Nicola Arcella offrono un angolo di paradiso terrestre.

Gastronomia: sapori intensi e tradizione

La cucina della Riviera dei Cedri è un altro dei suoi tesori. I piatti rispecchiano la ricchezza del territorio: freschissimi frutti di mare, pasta fatta in casa, salumi tipici, il celebre peperoncino calabrese, e ovviamente, il cedro.

Questo agrume unico, con il suo sapore delicato e la sua versatilità, viene utilizzato in svariate preparazioni: dalla famosa cedrata, bevanda rinfrescante, alle marmellate, fino ad arrivare agli “spiriti” e ai dolci.

Feste e tradizioni: un calendario ricco di eventi

La Riviera dei Cedri vive tutto l’anno grazie a un ricco calendario di eventi culturali, sagre e feste popolari che animano le piazze e i vicoli dei suoi centri storici. Tra questi, spicca la “Sagra del cedro” di Santa Maria del Cedro, una celebrazione annuale che rende omaggio al frutto simbolo della regione.

Invito al viaggio

La Riviera dei Cedri rappresenta una destinazione ideale per chiunque desideri unire relax, cultura e natura. Questo splendido tratto di Calabria aspetta solo di essere esplorato: perché non prenotare il prossimo viaggio in questa terra di incanto?

Sei pronto a lasciarti sedurre dal fascino discreto della Riviera dei Cedri?

Prepara la valigia, la Calabria ti aspetta!

A farsa i Carnavaru

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Maccaturi, coppoli, scialli, scialletti, zinzuli vicchi… tuttu eradi misu supra na cascia. Nun sapivu a cchi servivanu tutti chilli cosi, ma nanna ridivadi

“Ohji na’, a chi servunu chilli cosi?”

“Edi marti grassu ghoji! Escimu tutti”

“E dduvi jamu?”

“A fani i mascherati cumu na vota”

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Maccaturi, coppoli, scialli, scialletti, zinzuli vicchi… tuttu eradi misu supra na cascia. Nun sapivu a cchi servivanu tutti chilli cosi, ma nanna ridivadi

“Ohji na’, a chi servunu chilli cosi?”

“Edi marti grassu ghoji! Escimu tutti”

“E dduvi jamu?”

“A fani i mascherati cumu na vota”

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I timpi ssu stritti

” Ma muni ‘ndi fannu escia?”

“Cchidi ohji na’”

“Ccannu dittu a ssa televisiuni? Annu finita di ‘ndi tena carcirati?”

“Oji na’, ma sta jiestimandu gojia?”

“Chi jiestimandu e jiestimandu! Su cchjiu di duji misi cca ‘ndi tenanu alli carciri ‘ndra casa nostra: Nimminu l’urtu ‘ndannu fattu curtivari. Ah! Ma chilli ca stannu ll’ani, cchi ‘ndi vonnu capiscia da campagna e di lavuru. Bbasta ca sindi stannu seduti supa chilli poltroni a cunandani a povira ggenti”

“Ohji na’, ma nun capisci propriu nenti tuni. Simu ‘ntra pandimijia, ssa malatijia a a vistu quanti murti ca fattu? Picchissu ‘ndannu fattu stani chiusi ‘ntra casa”

“E capitu a malatijia, ma l’urticillu mijiu mu putivanu fa curtivani, mu simu arriti ccu ttuttu. E vabbu vvo ddini ca mangiamu tutti cosi postariwi. E puni chilli povari gallinelli mijia, i cunijjiuzzi mica ‘ndannu parlatu ‘ntra ssi lleggi c’annu fattu. Ah ma hijia mica mi fazzu pijjiani ppi fissa da loru! Hijia signu jiuta u stissu a cci dani da mangiani, figurammuci si faciva mori i fami ss’animalelli mijia!

“Eh na’ ma dduvi vu arrivani ccu tutti ssi paroli ca sta facindu ghoji?!”

“Adduvi vugjiu arrivani? A genti tena fami, sunu duji misi ca nun lavura e sordi nun n’andu vistu nemminu ccu cannucchjiali. Ah! Ma chilli bbasta ca stannu seduti e dettanu leggi, cchi ‘ndi capiscianu ca i timpi ssu stritti sulu pa’ povira ggenti”

“Ma sannu dittu ca i sordi arrivanu”

“Arrivanu? E quandu? Avinna arrivani subbitu, no dopu duji o tri misi! E chilli patri i famijjia chi cci dannu da mangiani alli fijjicilli? I prumissi c’annu fattu si su persi ccu vintu”

“Ohji na’, nun sa chi sta dicindu”

“Hijia nun lu sacciu? U sacciu bbunu hijia, avutru ca nun sacciu nenti. A mara chi tena bbisugnu, i probblemi su da povira ggenti, e da terra nostra ca ggià edi povara e cchjiu bpovera a stannu facindu addiventani”

“E capitu na’, ghoji nun putimu parlani, sembradi ca t’adi muzzicatu na vipara”

“I timpi ssu stritti fighjice’, ma ssu sulu stritti pa povera ggenti!”

“E capitu na’, mi fadi mala a capu, mi vajiu a curcani. Bonanotti”

“Bonanotti fighjice’, dorma ccu setti cuscini ca u casciuni edi chjinu”

I tempi sono stretti

“Adesso ci faranno uscire?”

“Cosa?”

“Cosa hanno detto alla televisione? Hanno finito di farci stare in prigione?”

“Nonna ma stai bestemmiando?”

“Che bestemmiando e bestemmiando! Sono due mesi che siamo in carcere dentro casa nostra. Neanche l’orto ci hanno fatto coltivare. Ah! Ma quelli che ne capiscono di lavorare in campagna. Stanno seduti nelle poltrone e governano la povera gente”

“Nonna cosa dici? Non capisci che siamo in emergenza, non hai sentito quanti morti ha provocato questo virus? Per questo motivo siamo dovuti rimanere a casa”

“Capisco il virus, ma l’orto potevano farmelo coltivare dall’inizio, adesso siamo indietro con tutto. E vabbeh! Vorra’ dire che mangeremo tutto in ritardo. E poi, delle povere galline e dei conigli, non ne hanno parlato in quella legge che hanno fatto. Ah! Ma io non mi sono fatta prendere in giro, sono andata lo stesso a dargli da mangiare, figuriamoci se li facevo morire di fame!”

“Nonna, ma dove vuoi arrivare con tutti questi discorsi che fai oggi?”

“Dove voglio arrivare? La gente ha fame, sono due mesi che non lavora, e soldi non ne hanno visto neanche con il binocolo. Ah! Ma basta che fanno leggi, cosa ne capiscono che i tempi sono stretti solo per la povera gente”

“Hanno detto che i soldi arriveranno”

“Arrivano? E quando? Dovevano arrivare subito, non dopo due o tre mesi. E quei padri di famiglia cosa danno da mangiare ai propri figli? Ah! Promesse fatte al vento!”

“Nonna, non sai neanche tu cosa stai dicendo”

“Non lo so? Lo so bene io, altro che non so niente. Il problema è della povera gente e della nostra terra, già è povera, ma la stanno facendo diventare ancora più povera”

“Ho capito nonna, oggi non possiamo parlare, non tira proprio aria. Sembra che ti ha morso una vipera”

“I tempi sono stretti figlia, ma sono stretti solo per la povera gente”

“Ho capito nonna, mi è venuto mal di testa. Vado a dormire, buonanotte”

“Buonanotte figlia. Dormi con sette cuscini, la cassapanca è piena”

Dimenticanze

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dimenticanze

No, non è possibile!

Non puo’ essere vero!

Hai dimenticato il nome

hai dimenticato tutto di me.

Non mi rassegno

ti farò ricordare!

Di quando bambina

correvi felice

tra il verde prato

pieno di fiori.

Di quando seduta

te ne stavi in silenzio.

Di quando cantavi a squarciagola

e non ti importava

se qualche nota fosse stonata.

Di quando ballavi

davanti lo specchio

creando la coreografia

della tua vita.

Non mi rassegno

ti farò ricordare

l’infanzia felice

che hai dimenticato!

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La forza della vita – pillole di saggezza –

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La forza della vita

La forza della vita è custodita, nascosta dentro il nostro essere più profondo. Basta un attimo, un ricordo, un’emozione, e ci lasciamo contagiare dal potere misterioso che emana in noi.

Puo’ succedere, a volte, che i mille problemi, gli ostacoli che incontriamo sul nostro cammino, ci lasciano sprofondare, ci conducono in un abisso profondo.

Ma è il ciclo della vita in sé, non esiste una vita senza problemi, senza ostacoli, senza delusioni, senza dolore.

Sono i sassi, piccoli o grandi che attraversano il nostro sentiero, per farci capire che non siamo infallibili, che non siamo immuni dalle prove che ci vengono affidate.

Ma basta chiudere gli occhi, solo per un momento, scrutare il nostro cuore, la nostra anima, per far riemergere più forte di prima, la forza che forse non abbiamo dimenticato.

L’abbiamo solo fatta dormire, per un piccolo istante…

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Bugie

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Bugie

Bugie, bugie

solo bugie

ne hai raccontate tante

fino alla fine del mondo.

Le tue bugie mi hanno inseguito

fino in fondo la via.

Ma ora è tardi

continuo il cammino

le tue bugie non voglio sentire!

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Amo la vita

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Amo la vita

Amo la vita così com’è

piena di amore e grandi speranze.

Amo la vita che mi hai donato

tutti i valori che mi hai insegnato.

Non potrei chiedere altro

adesso lo so

se sono così

lo devo a te!

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Spiagge deserte

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Spiagge lunghe e deserte

si affacciano all’orizzonte

la dolce melodia delle onde

arriva ai miei orecchi.

Pace dei sensi

sulla mia pelle

l’odore del mare

invade il mio cuore.

Non ricordavo

la sua triste canzone

sopita dentro ai ricordi

custoditi in fondo al mio cuore!

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Prigione

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https://alessandriatoday.files.wordpress.com/2020/06/chains-19176_1920.jpg

Apro le ali della libertà

non sono fatta

per stare in prigione.

Giorni lunghi e uggiosi

scorrono lenti

davanti a me.

Vado cercando

mille perché

vado scrutando

i miei perché

senza trovare

una ragione

di questa prigione

che non fa per me!

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